Presentazione del libro “Barberino di Mugello in età lorense. Amministrazione, vita civile, governo e territorio”  e Calvino al Castello, MONTECRISTO con Riccardo Rombi

Ore 17.30 presentazione del libro a cura di Giuseppina Carla Romby e Stefania Salamone, ore 19.00 Calvino al Castello, Montecristo di Italo Calvino con Riccardo Rombi

DATA EVENTO: 19/07/2020

ORGANIZZATORE: CATALYST E COMUNE DI BARBERINO

Domenica 19 luglio, il cartellone estivo curato da Catalyst e realizzato con il contributo del Comune di Barberino di Mugello, “La Rinascita inizia dalla Bellezza” fa tappa al Castello di Barberino con un doppio appuntamento dedicato a Storia e Letteratura.  Alle 17.30 si comincia con la presentazione del libro “Barberino di Mugello in età lorenese. Amministrazione, vita civile, governo del territorio”, a cura di Giuseppina Carla Romby e Stefania Salomone.
Dopo il saluto dell’Assessore alla cultura del Comune di Barberino Fulvio Giovannelli, seguiranno gli interventi di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana e di Fabio Bertini, docente universitario. Saranno presenti gli autori della ricerca. Al termine dell’incontro saranno distribuite gratuitamente copie del volume.
A seguire, alle 19.00, la lettura di Riccardo Rombi “Montecristo”, tratto dalla raccolta di Italo Calvino Ti con Zero, una partitura per attore, voce e suoni che ci trasporta nella fortezza di IF sull’isola prigione di Marsiglia. In un flusso ininterrotto di pensieri e di immagini, di calcoli e ipotesi, di riflessioni e soluzioni, Edmond Dantès, Il Conte di Montecristo, insegue disperatamente l’evasione insieme al suo compagno di prigionia, l’abate Faria, suo alter ego, che scava ininterrottamente cunicoli e gallerie, alla ricerca di uno spiraglio, d’una via d’uscita. Un racconto incalzante dove le parole ridisegnano lo spazio, attraverso geometrie verbali che arrivano a ridisegnare i contorni della Fortezza di If.
La metafora della prigione per scandagliare il concetto di Libertà, parola sempre più fragile, che nasconde sempre più insidie, tanto facile da pronunciare quanto complessa nella sua attuazione. Tra una libertà limitata e una carcerazione effettiva la differenza è una questione formale ma ciò che le accomuna è il desiderio di evasione. Tutto in una prigione è vagliato, misurato, analizzato maniacalmente da chi vuol evadere. Una cella è il laboratorio delle possibilità di fuga e il carcerato non è un romantico, è uno scienziato. L’esterno, il fuori, è uno degli infiniti dettagli che influiscono, positivamente o negativamente, sull’impresa. Paradossale parlare di evasioni in un’epoca affollata dalle libertà? Oppure dovremmo iniziare a valutare seriamente le alternative di fuga?